Enrico Minguzzi

Enrico Minguzzi

opere

    bio

    Enrico Minguzzi (Cotignola 1981 – vive e lavora a  Bagnacavallo).

    Il diploma all’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi dal titolo L’inattualità della pittura, si trasferisce a Milano dove, nel 2008, tiene la sua prima mostra personale Liqueforme, presso lo Studio d’Arte Cannaviello. Da allora i suoi lavori sono stati esposti in mostre personali e collettive, tra cui: Ultimi paesaggi alla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola (2019), Pittori fantastici nella Valle del Po al PAC di Ferrara (2020) e Senza Figura presso la galleria Monitor, a cura di Nicola Samorì (2021).

    Ha realizzato progetti site-specific e residenze presso Areacreativa42 (2019) e Museo Civico Luigi Varoli (2020), dove ha avuto origine il nuovo ciclo della “natura morta”. Dopo aver ricevuto premi e menzioni speciali, tra cui Premio DAMS, a cura di Renato Barilli, e Premio Nazionale delle Arti, nel 2022 ha vinto il terzo premio del Premio Artistico Fondazione VAF e le sue opere sono entrate a far parte della Collezione VAF Stiftung. Dal 2014, parallelamente al suo lavoro artistico, è membro fondatore del collettivo MAGMA, in cui sviluppa progetti che uniscono arti visive, ricerca musicale e indagine territoriale.

    mostre

    FRAGILI CREATURE I PIETRASANTA 2025

    FRAGILI CREATURE - Enrico Minguzzi

    aprile | giugno 2025

    installation views
    opere in mostra

      La Galleria Giovanni Bonelli è lieta di presentare nella sua sede Pietrasanta “Fragili Creature”, una mostra personale dell’artista di Enrico Minguzzi. In programma dal 26 aprile al 08 giugno 2025. Nel lavoro di Enrico Minguzzi le forme non si costruiscono, si manifestano. L’artista non impone, ma ascolta: lascia che siano le immagini a emergere lentamente dalla superficie, come se la tela fosse un organismo vivo, capace di rispondere, di opporsi, di svelarsi secondo un tempo proprio. È proprio questo passaggio tra intenzione e accadimento, tra progetto e imprevisto, a rendere il suo gesto pittorico così radicalmente autentico. Minguzzi parla del proprio processo come di un dialogo – un dialogo con la materia, con l’immagine che prende corpo quasi a sua insaputa, e che spesso finisce per deviare del tutto dal pensiero iniziale. “Assecondo ciò che accade”, dice, e in questo lasciar accadere si apre uno spazio di verità, dove l’opera smette di essere rappresentazione per diventare presenza. Le sue opere sono perennemente in evoluzione, come se ogni forma che nasce dalla tela fosse in stato di attesa, pronta a trasformarsi e a rivelarsi in nuove dimensioni.

      FRAGILI CREATURE testo critico italiano

      Artist