Valerio Adami
Valerio Adami (Bologna, 1935. Vive e lavora tra Parigi e il Lago Maggiore)
La carriera artistica di Valerio Adami è segnata dall’incontro con Oscar Kokoschka nel 1951. Da quel momento si iscriverà all’Accademia di Brera a Milano. Partito da una pittura espressionista influenzata da Bacon e poi da una pittura gestuale, torna alla figurazione seguendo l’eco della Pop Art americana e in particolare di Roy Lichtenstein. Dà vita così a una sorta di racconto a fumetti fantastico e ironico dove in interni spersonalizzati si dispongono oggetti banali, assunti come simboli, anche sessuali, della modernità. Lo stile si distingue nell’uso di una materia cromatica in stesure piatte, dentro i netti contorni neri del disegno.
Ha esposto nei principali musei italiani ed internazionali e in alcune tra le più prestigiose gallerie italiane: Galleria l’Attico, Roma (1961); Institute of Contemporary Arts, Londra (1962), Documenta III, Kassel (1964); Museo de Bellas Artes, Caracas (1971); Kunstverein Museum, Amburgo (1973); Centre d’Arts Plastiques di Bordeaux (1976); Centre Pompidou, Parigi (1985); Palazzo Reale, Milano (1986); Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid (1991); Tel Aviv Museum of Art (1997); Museo Nacional de Bellas Artes, Buenos Aires (1998); il Museo Frissiras, Atene (2004); Biennale di Venezia (2011).
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